Cromosofia dell' anima

Opera nell’opera quella di Federica Sciandivasci e Bruna Milani, che indagano l’una l’arte dell’altra, compenetrando spirito, pensieri e colori.
Acqua, fuoco, aria e terra sono i protagonisti di pagine intrise di sensuale femminilità e caparbia bellezza, che giocano in un vortice di leggerezza e morbidi ricordi.
Le parole si mischiano ai toni ora freddi, ora bollenti, dei dipinti e guidano il lettore verso le sensazioni suggerite dalle poesie.
Il denominatore comune è quello della debordante carnalità fusa con la lieve innocenza suggerita dalle immagini che arrivano, dirette e nude, all’occhio del lettore-spettatore.
È una scena aperta, quella che ci suggerisce la Sciandivasci, un palcoscenico in cui la teatralità dei lemmi si fa solido vento e liquidità dolente. Sul proscenio compare una moderna e antica Ifigenia, regina di Tauride, vergine e sacerdotessa, avvolta in un mantello bianco che simboleggia il sacrificio di una sposa bambina che diventa improvvisamente e violentemente donna.
Donna che è anche terra e fuoco, corpo spoglio e vero, prepotente e caldo, pulsante come un cuore rosso e sanguinante, maturo come un frutto che sta per essere addentato, profondo come un canyon insidioso e graffiante di rocce adunche. Una Diana con arco e frecce, che si muta in Afrodite e si precipita urlando in un vulcano fiammeggiante e grondante lava, schegge, fumo, livore, sapienza e carne.
La poesia dell’Autrice è tutto questo, un arcobaleno di toni dosati e poi sciolti insieme ai quadri della pittrice, colori che vanno dall’azzurro al carminio, dal bianco al nero.
Fata e strega, fanciulla e ammaliatrice, Penelope e Circe.
La parola di Federica - così come i dipinti di Bruna- è donna; si sveste e si ricompone, sbatte la porta e poi ritorna, grida e sussurra, accarezza e schiaffeggia, lenisce e infiamma.
Come acqua e fuoco. Come aria e terra.
È ovunque, ci avvolge. E non sappiamo perché.

Valeria Bellobono

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